“RIELABORARE LA CULTURA, REMIXARLA, E’ UN MODO PER APPRENDERE”
Soundscape è…
- un modello formativo e didattico
- un laboratorio multimediale
- un osservatorio permanente sul reale
- un progetto “aperto” al quale tutti possono partecipare
Gli ambiti che privilegiamo sono diversi, tutti dalle ampie definizioni ma soprattutto “contemporanei”, a noi piace chiamarli così:
- Media Education
- Ecologia Artistica
- Marketing Etico
- Social Web
- Comunicazione Digitale
Soundscape indaga il rapporto tra le persone e i media: musica, cinema, pubblicità, consumi culturali, new media, social web, trends, moda e costume, riflettendo sull’influenza socioeconomica che questi mezzi hanno sulla nostra società, in un percorso temporale che parte dagli anni ’60 e arriva fino ai nostri giorni.
Soundscape nasce dalla libera associazione delle parole “Sound” e “Landscape” con il desiderio di analizzare il “paesaggio sonoro” delle singole persone, inteso come background personale, fatto di musica e media di cui hanno avuto esperienza nell’arco della loro vita. Ogni persona porta con sé un proprio bagaglio unico fatto di continui stimoli sempre diversi e resi soggettivi da inclinazioni ed esperienze personali. Un database in continuo mutamento e aggiornamento, sia per l’aggiunta di file sempre nuovi nella propria personalissima “library“, che per una lettura semantica sempre diversa di alcune nozioni che vengono continuamente fruite e che ci influenzano continuamente nella nostra sfera commerciale e valoriale.
“Sound” non indica soltanto l’ambito musicale, la sua connotazione si fa sinestetica e racchiude qui tutta l’esperienzialità delle persone, la loro cultura, il loro vissuto e l’insieme delle potenzialità, già espresse o ancora da esplorare.
“il suono ci invade, ci spinge, ci trascina, ci attraversa. Abbandona la terra, tanto per farci cadere in un buco nero quanto per aprirci ad un cosmo. Ci dà la voglia di morire. Avendo la più grande forza di deterritorializzazione, opera anche le riterritorializzazioni più pesanti, più inebetite, più ridondanti. Estasi e ipnosi. Non si smuove un popolo con dei colori.” AA.VV. “Millesuoni. Deleuze, Guattari e la musica elettronica”