Riannodiamo il filo degli ultimi tre mesi, con un percorso a ritroso che di sicuro mi farà dimenticare qualche serata per strada: dal 2 Maggio all’ 1 Agosto, tre mesi lunghissimi e bellissimi, fatti di concerti all’aria aperta, festival, prati e folle a volte educate, altre rumorose, che fossero solo 50 oppure 15.000 persone. Da Brunori Sas in acustico agli Against Me! di stasera, nel mezzo un caleidoscopio incredibile e variegato di sonorità, un turbinio di input e idee, una bulimia artistica senza soluzione di continuità che ha messo in fila:
Brunori Sas, Giardini di Mirò, Gazebo Penguins, Cristina Donà, Dente, Bud Spencer Blues Explosion, Bob Corn, Red Worms Farm, A Toys Orchestra, A Classic Education, Blackbird Blackbird, Young Magic, Com Truise, Neon Indian, Fenster, Ed Laurie, Sandro Perri, Lower Dens, Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti, Caparezza, Afterhours, Subsonica, Verdena, Heike Has the Giggles, Pan del Diavolo, Teatro degli Orrori, Manu Chao, Flaming Lips, Cypress Hill, Gogol Bordello, Casa del Mirto, Toro y Moi, Dead Skeletons, Civil Civic, Destroyer, Iori’s Eyes Against Me!
Dal Macello al Radar Festival, passando per il Summer Student e il Festival di Radio Sherwood: se l’ultimo è da un decennio ormai un’istituzione nell’entertainment musicale estivo a livello nazionale, gli altri sono il frutto del lavoro di poche e preparate persone e, of course,di tutti gli amici e sostenitori che ci stanno dietro e che offrono un apporto in termini di lavoro materiale o semplicemente di passaparola mediatico. Senza contare poi anche quello che si muove appena fuori dai confini cittadini, dallo Zoom Zoom Festival di Noventa fino Curtarock di Curtarolo, solo per citare alcuni dei principali appuntamenti in provincia.
Onore a Padova, o meglio, alle forze sotterranee che abitano e animano questa città, anche perché non sembra ancora esserci una regia che coordini in maniera adeguata dall’alto ma tante realtà indipendenti che si muovono (per fortuna!) per conto proprio.
Una visione questa suggerita anche dall’ottimo lavoro dei ragazzi di Con Altri Mezzi, una realtà locale ed ennesima dimostrazione del fervore culturale che anima, seppur in maniera underground, (diciamo così) la città!
La redazione di Con Altri Mezzi raduna infatti giovani studenti (che sono anche blogger, artisti, scrittori e ottimi osservatori dei nostri giorni) che da qualche anno stanno portando avanti illuminati progetti editoriali sia offline che online.
Nell’ultimo numero della loro rivista ufficiale (disponibile qui in PDF), presentata proprio al Radar Festival qualche giorno fa, ci regalano un focus davvero di pregevole fattura sulla città di Padova, “la città dei senza”, luogo che vive di una dicotomia tra un’offerta spropositata di spunti, idee, luoghi e opportunità e un pubblico generalmente frammentato e poco attento in “una città ricca di iniziative ma sprovvista di consapevolezza”, dove la popolazione ma soprattutto i media tradizionali sono incapaci di cogliere il senso di questo tempo.
A raccontarla in questo post dunque Padova può sembrare un po’ Londra, un po’ Berlino e un poi New York. In verità non è nessuna delle tre, nemmeno lontanamente, ma solo un luogo abitato da tante persone che hanno la voglia, la passione e la competenza creativa per fare qualcosa di importante.
In questo scenario cittadino, improvvisamente virtuoso e così ricco da risultare quasi dispersivo, aggiungiamoci pure il Vintage Festival, che a settembre vedrà la sua terza edizione sempre al Centro Culturale San Gaetano, terza edizione di un appuntamento nato dall’idea di pochi e in breve diventato un punto di riferimento nazionale nella cultura Vintage, con un programma che vedrà oltre a una mostra mercato, anche una nutrita serie di proposte di intrattenimento, approfondimenti, tra lecture, workshop pluridisciplinari e spettacoli d’altro tipo. Con Soundscape saremo lì presenti anche questa volta, dopo aver curato in tutte le edizioni precedenti una parte della comunicazione online e alcuni workshop a sfondo musicale.
Tornando a questi tre mesi lunghi ed appassionanti, è difficile dunque distillarne i momenti più belli, anche perché un’eventuale classifica sarebbe tacciata di atteggiamento un tantino hipster e soprattutto sarebbe un esercizio di stile prettamente soggettivo ed individuale. Lo faccio comunque, ben sapendo che ognuno avrebbe la sua personale top ten diversa da questa.
Dieci canzoni, dieci momenti incastonati in splendidi ricordi, con un podio speciale (visto il clima Olimpico che aleggia in questi giorni) dove ne faccio salire quattro, non me la sentivo di far giocare la finalina per il bronzo!
1 – Flaming Lips – Do You Realize?
2 – Civil Civic – Run Overdrive
3 – Dead Skeletons – Dead Mantra
3 bis – Manu Chao – Clandestino
5 – Toro y Moi – New Beat
6 – A Toys Orchestra – Celentano
7 – Giardini di Mirò – Broken By
8 – Young Magic – Night in the Ocean
9 – Gazebo Penguins – Senza di te
10 – Afterhours – Quello Che Non C’è