Travel in is an art form: in un’intersezione illuminata tra street art, moda ed estetica del viaggio, John Matos in arte “Crash”, celebre writer newyorkese, è protagonista di un’interessante esposizione presso SPAZIOTINDACI a Padova.
“Crash, contemporaneo di Keith Haring e uno dei maestri attuali di quest’arte al giorno d’oggi, lancia le sue frecce metaforiche nelle gallerie d’arte, sulle carrozze della metro e lampi vertiginosi attraverso i muri reali“.
Oltre ad alcune delle sue opere, Crash vede presentate all’interno di SPAZIOTINDACI anche le sorprendenti travel bags realizzate in serie limitata per Tumi, brand di prestigio nel settore degli articoli da viaggio. Le opere di street art del writer statunitense si mixano (e quasi si confondono) così in maniera virtuosa con questi originali trolley.
Il risultato voleva essere proprio questo, con l’artista che ricontestualizza così il suo spazio artistico (ovvero la strada) per operare qui sulla superficie più limitata, ma non per questo meno affascinante, di una borsa da viaggio.
“Creare sulle superfici e i materiali più disparati mi ha sempre affascinato e trovo eccitante l’abilità di disegnare qualcosa che cambia sia in termini di forma che di funzione”
Travel is an art form dunque, il viaggio diventa forma d’arte: non importa dove, non conta soltanto la meta da raggiungere, la distanza da percorrere o il mezzo di trasporto da utilizzare, sono importanti anche i dettagli ma soprattutto il fine di questo viaggio e lo spirito con cui lo si affronta.
Inoltre in una intervista concessa a Diletta Biondani, art director di Tindaci e curatrice della mostra, Crash afferma “La mia più grande ispirazione è la musica, la musica mi fa muovere e mi circonda per tutto l’arco della giornata”. Ovviamente la cosa ha smosso la nostra curiosità e siamo subito andati ad approfondire la questione. Crash ci regala con poche parole ma molto efficaci quella che è la sua speciale relazione con l’ambito musicale: “La musica è la mia linfa vitale, se non ci fosse musica intorno a me mi sentirei perduto. Quando sto lavorando a casa o nel mio studio, la musica riempie la stanza, è la mia costante fonte di ispirazione. Amo il sound del soul della musica di Philadelphia degli anni ’70 con artisti come gli O’Yays, Al Green e LTD. Mi piace anche il jazz, soprattutto quello di Monk. Oltre a questo di certo il rap, in quanto il mio luogo di nascita è proprio il Bronx! Ma anche il gospel, il rock, il punk…”
Non poteva però mancare nemmeno una domanda dedicata alla sua personale idea di viaggio ideale: “prendere una valigia, solo lo stretto necessario o con alcune cose che si amano particolarmente e andare in qualche spiaggia in un’isola assolata, portandosi dietro un po’ di musica e indossando i proprio pantaloncini preferiti e una semplice maglietta. Mi piace in particolare volare di notte, quando si spengono le luci e se solo tu assieme al cielo…“.
Visto il successo riscosso l’esposizione di Crash sarà disponibile fino al 20 maggio, se riuscite a passare non ve ne pentirete…